Cenni storici

La storia e i monumenti del Comune di Campodoro

Le origini dei paesi che compongono il comune sono molto antiche, certamente anteriori all’anno Mille, anche se il primo documento ufficiale che cita Bevadoro e Campodoro è datato 1231.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 16 maggio 1940. «D’oro pieno. Ornamenti esteriori da Comune.» Il gonfalone è un drappo di azzurro.


Monumenti e luoghi d’interesse

Chiesa di Bevadoro

L’attuale chiesa di San Leonardo in Bevadoro è stata eretta nel 1828 su disegno dell’allora arciprete Giovanni Battista Arcaro. Fu consacrata dal vescovo di Vicenza nel 1832. Fino a quell’epoca la chiesa si trovava dove ora c’è il cimitero, poco lontano dal fiume Ceresone. Alcuni documenti delle visite pastorali dei vescovi di Vicenza vi fanno riferimento datandola al XV secolo. Sulla piazza del paese esisteva fino al XX secolo un’altra chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, ultima testimonianza della presenza dei Templari e dei Cavalieri di Malta a Bevadoro.

 

 

Chiesa di Campodoro

La chiesa di Santa Margherita in Campodoro era chiesa parrocchiale a partire dalla fine del XII secolo e dipendeva inizialmente dalla diocesi di Padova. Nei secoli XVI-XIX fu aggregata alla parrocchia arcipretale di San Leonardo di Bevadoro finché, nel 1865, il vescovo di Vicenza le concesse nuovamente l’autonomia. L’attuale chiesa è stata costruita tra il 1904 e il 1906. Al suo interno vi sono due opere di importanza culturale e religiosa: una pala riproducente la Sacra Sindone, e una raffigurante la deposizione di Gesù, attribuita a Palma il Giovane. I santi patroni sono Santa Margherita e San Basilio.

 

Centro interparrocchiale

Agli inizi degli anni cinquanta, la parrocchia di Campodoro sentì l’esigenza di avere uno spazio di aggregazione. Ebbero quindi inizio i lavori di costruzione di uno stabile che oggi definiremmo polifunzionale, dotato di cinema-teatro e sale per riunioni. I lavori furono eseguiti grazie alla generosità e al volontariato della comunità. Negli anni successivi fu aggiunto un altro piano, con aule adibite all’insegnamento della dottrina cristiana. Col passare del tempo l’edificio ha cambiato più volte destinazione d’uso, ospitando un magazzino, un maglificio, le scuole medie, una palestra. Nel 2013 è stato avviato il recupero e l’ampliamento e l’edificio funge attualmente da centro interparrocchiale per Bevadoro, Campodoro e Poiana di Granfion.

 

Barchessa e Roggia Rezzonica

All’estremità orientale di Bevadoro, al confine con Villafranca Padovana, sorge la Barchessa, un imponente edificio agrario del XVIII secolo. Essa fu il fulcro dei possedimenti dei Widmann-Rezzonico prima e dei Tretti poi, che nel 1874 rilevarono la tenuta di circa 1400 campi padovani.

Autori di importanti bonifiche agrarie, i Tretti intrapresero anche la costruzione di 40 case coloniche in sostituzione di altrettanti casoni. Le terre in loro possesso, come confermato dalla stima delle rendite di tutto il territorio eseguita dall’ing. Giacomelli di Padova nel 1860, erano caratterizzate da una resa non indifferente ancor prima dell’opera di bonifica, e ancor prima che le acque fossero convogliate in appositi canali. Fra questi spicca la roggia detta Rezzonica, fatta costruire dai Widmann-Rezzonico. Ad Abbondio Rezzonico si deve anche l’installazione del mulino (come risulta dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 14-05-1871) di cui si serviranno obbligatoriamente tutti i fittavoli dei Tretti. Poco distante, in località Scalona, i Tretti gestivano poi una fornace per la produzione di materiale da costruzione. In località Torrerossa, invece, amministravano un opificio per la lavorazione del tabacco.

 

Torrerossa

Unico ma imponente residuo di un complesso fortificato che secondo la tradizione fu fatto erigere da Ezzelino III da Romano lungo le rive del fiume Ceresone, si trova a Bevadoro al confine con Camisano Vicentino. La vecchia torre, detta Torrerossa, mantenutasi intatta per quasi 10 secoli, subì un enorme squarcio nel terremoto del Friuli del 1976.

La fascia di confine fra le province di Padova e Vicenza fu a lungo contesa in aspre battaglie e fu più volte fortificata dalle famiglie nobili coinvolte negli scontri: la Torrerossa si inscrive appunto in una più articolata struttura di difesa dell’area padovana. Come altri edifici militari del XIII secolo, una volta pacificato il territorio sotto il governo della Serenissima, perse la funzione difensiva per trasformarsi in residenza civile, ingentilita da finestre e balconi in stile veneziano. Secondo la tradizione, dalla torre un passaggio sotterraneo conduceva ad alcune celle per prigionieri ed effettivamente nel terreno sottostante sono state individuate alcune grotte.

La Torre Rossa di Bevadoro, opera difensiva eretta in un punto strategico delle rogge, che tra il dodicesimo e quattordicesimo secolo fu oggetto di aspre contese.

 

Villa Tretti

Entrando a Bevadoro da Camisano Vicentino si incontra Villa Tretti (già Widmann-Rezzonico, ora Brazzale), il cui stile si colloca in un periodo di passaggio tra il liberty e il razionalismo. È stata progettata dall’architetto Giuseppe Torres e realizzata nel periodo 1907-1912.

Il carattere dell’intero impianto rispecchia il gusto tardo ottocentesco, mediato attraverso un più nuovo e riservato linguaggio di carattere domestico-borghese. La villa è una sintesi dinamica di volumi, tradotti in torrette e verande, che seguono un andamento asimmetrico, incorniciato dagli stucchi in stile liberty, con motivi di festoni e ghirlande, che profilano le finestre. Il disegno del parco s’intreccia idealmente con l’impianto della villa; vi era stato ideato un gioco di aiuole erbose lievemente baulate a parterre, a forma di goccia, di ellisse, e sottolineate da sentieri curvilinei.

Villa Tretti a Bevadoro, progettata dall’architetto Giuseppe Torres e realizzata nel periodo 1907-1912.

 

 

Pista ciclo-pedonale Treviso-Ostiglia

Il territorio comunale è attraversato diagonalmente dalla pista ciclabile Treviso-Ostiglia, realizzata sul sedime dell’omonima ex ferrovia militare (ferrovia Treviso-Ostiglia). La stazione ferroviaria di Bevadoro, denominata inizialmente “Campodoro-Camisano” e in seguito “Campodoro”, è stata in parte recuperata. Attualmente la pista ciclo-pedonale collega Quinto di Treviso e Poiana di Granfion. Sono in corso di realizzazione altre due tratte: da Quinto di Treviso a Treviso, da un lato, e il tratto nel Comune di Grisignano di Zocco verso Montegalda (che passa per Poiana di Granfion, Grisignano e Barbano), dall’altro.

 

 

 

 

Pagina aggiornata il 19/10/2023

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